Libia Ebraica
Libia Ebraica
Libia Jiudia
ليبيا اليهود
לוב יהודית
POESIA
Scrivere con il cuore e l'anima
Innestata nei ricordi di altri tempi
delle comunità ebraiche libiche
la vita si estinse improvvisamente nel 1967
Scrittura personale dal mio cuore e dalla mia anima
La vita percorre la sua storia, la sua geografia, le sue usanze alimentari e la sua musica per preservare, in pace, le generazioni future.
Mantengo sempre vivi i tesori della sua tribù e lo spirito del suo popolo condividendo i loro insegnamenti e tradizioni con la mia famiglia e le comunità mondiali.
Penina Meghnagi Salomone
Dov'è la mia casa?
Sono bianca,
ma la mia anima è nera…
nei confronti dell'America
Sono arabo per te
in realtà, sono un ebrea
Io davvero... appartengo ad Afrika
A dire il vero non sono sola
Hanno preso la mia terra
e rubato la mia casa
e persino raso al suolo i cimiteri
Il dolore è grande ogni stagione
quando penso a dove è stato sepolto mio padre
NESSUNA RETRIBUZIONE
VOGLIO SOLO RESTITUZIONE!!
15 febbraio 1988
*****
MACELLARE
Oggi
Ieri
Nella storia
lo stesso, atti di non cambiare mai
Odio
sete di sangue che scorre dalle loro vene
un coltello, una scimitarra un machete
all one
ODIARE
Odio per gli ebrei
L'odio dei codardi
L'odio nelle maschere oggi
Odio in faccia allora
Non lo conoscevo, Gabriel mio zio
Il fratello di mio padre
G-iora è suo figlio
a chi tu
ha dato il suo destino fatale con la tua lama
Senza motivo
tra il quinto e il sesto
del 1945 poi
Disordini di novembre from
il quarto agli otto
Insieme ad altri 132 in time
Il loro spargimento di sangue
fuori casa
Nei vicoli bui
Davanti alla casa
Davanti ai propri cari
Davanti al mondo
L'odio era ed è accettato
Lo stesso oggi, ieri
EDBAH … (macellare)
è la parola araba/islamica
parola comune verso non animali
ma umani
Infedeli umani odiati cugini
Il gesto comune
una fetta descrittiva al collo
il dito indice che scorre sulla gola
Lento come un coltello a portata di mano
Quello che ricordo del passato
tempo nel mio passato
da un giovane arabo
mentre cercavamo una fuga
sul tetto dell'edificio
Quella mattina del 1967
24 maggio 2004
****
Tra la Persiana
e il Portone
(Tra le persiane e la porta d'ingresso)
1967 Era! Acausa della GUERRA
le persiane chiuse
quel mattino di estate
In un altro paese.
La paura era la ragione,
Fuori guidava una jeep
Abbiamo scrutato attraverso le fessure
Inclinate per tenere fuori il sole,
Uomini in uniforme, discendenti come Gestapo
Ancora fresco nel ricordo, con la notizia era, hanno detto
Noi ebrei avevamo una scelta:
Un campo era per il nostro set di protezione
senza convincere promesso,
rischia tutto restando a casa,
lascia il paese cosa migliore per tutti.
Eravamo ebrei
questa la unica nostra trasgressione
dovevamo andare senza beni.
**Aperta, molto prima della mia nascita
La finestra aperta
let the sun in my house,
appartenente quindi a
i miei bisnonni
Su quella finestra
siamo saliti, e appollaiati,
sperando che il vicino sarebbe
vieni fuori a giocare
Nella strada
Altre volte segni di
linguaggio silenzioso e basta parlare
Quando dopo la scuola
Ero fuori dall'alta legno massiccia
porta d'ingresso protetta da solido lunghi
Imbullonata alle pareti
Noi eravamo i ragazzi
questo e il poco conosciuto:
ebrei, italiani, maltesi, musulmani
Americani e inglese
amici abbiamo giocato tutti
Salta la corda, nascondi e vai a cercare,
Hop-scotch, quattro angoli,
hula-hoop, Pogo sticks
in grande voga allora
Eravamo l'intecciato clan di Tripoli
con l'illusione
Dove le persone vivevano in armonia
18 novembre 1987
*****
Sciara El Farasdaq
Da quella finestra mia madre
Ci ha guardato e ha chiacchierato
Set Fatmah la signora egiziana
I suoi figli Samir, Samira,
Soher, Sohera
Dall'altra parte, il balcone al piano di sopra
Al piano di sotto il Maltese
Angelina e sua nonna
La signora italiana Lina
La sarta davanti
Ines Pippo, Silvio
Povero Bacucco il loro papà
È stato sempre ridicolizzato
Gli americani se ne sono andati
A destra Il balcone
della Fargion al piano di sopra
Sotto le finestre del Gasparetto
sopra di noi la Guetta
Zia Mantina Naim
mia nonna adottiva
l'angolo sud-est
Al 3° piano
Lì, è dove ci siamo nascosti
Quando è arrivata la folla
Come brandivano
coltelli e machete
con grida esigenti
"Wuein L'Yahud" (Dove sono gli ebrei)
Edbah L'Yahud (La strage degli ebrei)
Mentre portavano coltelli e altro
strumenti per la distruzione
Vivi siamo perché
Sheikh Ha Schiara , ha deviato
la massa dicendo:
"Mafish Yahud, Amshi Emshi min Hon"
e la folla si disperse
Dar El Malty
la sinagoga a sud-ovest
corner
dove papà pregava ogni giorno
Shabat e vacanze
amava accogliere gli ospiti
a casa nostra
Adoravo quella stretta e corta
strada
Schiara Al Farazdaq
la nostra bella strada
Le persiane sarebbero state chiuse
Per tenere fuori il GHIBLI
Quel vento caldo del deserto,
nubi di sabbia accecanti
polvere, così forte da accecare
Balle di detriti che rotolano nelle
strade
In un caldo pomeriggio in cui tutti riposavano
Aspettando il meglio della serata
quando tutti giovani e meno giovani
mergevano indistintamente
di lingua o razza
uscivano fuori
Seduti sulle sedie,
dalle loro porte d'ingresso
alcuni appollaiati sulla finestra
parlando di tutto
Tempo, cibo, famiglia, moda
Altri lo farecevano con
pazienza e silenzio
aspettato l'oscurità
Così sarebbero andati a dormire
Chiudi le persiane
Aspetta il mattino
La mamma ha deciso di partire per sicurezza
Verranno per noi
Un aereo partirà all'alba
terra dei miei antenati
Chiudi la porta di casa
il doppio legno massello
il portone di strada
imbullonato al muro
per garantire in casi di emergenza
Ognuno di noi ha una valigia e £ 20
Torneremo di nuovo?
Era una mia richiesta
La mamma non ha risposto
Quando, con gli occhi che lacrimano
Fiducia e dignità hanno detto
“Abbiamo un futuro davanti
incerto con LIBERTY
18 novembre 1987
*****
Rifugiato
Rifugiato è un termine usato da coetanei
per riferirsi a colui che è stato sfollato.
Una fuga per scelta o con forza dal proprio Paese
È così che mi presento al mondo
Questo è ciò che io l'ebreo libico
l'ultima di una generazione
nata su una terra,
la riva del mare azzurro più bello
e l'arida sabbia dorata del deserto del Sahara
due opposti, eppure stessi cosa
come un popolo e 3 religioni
convivevano, eccome UNO
Decide, esci tu, ma io rimango
la bandiera è verde rossa e nera
Avidità di sangue e oppressione
L'Islam è l'UNO
i miei regali cancellati dal secolo scorso
Fuori, guardando dentro
ti insegnerà, il mondo in generale
un passato che abbiamo avuto,
il presente che abbiamo
ancora, sostengo, anche gara di essere a
Rifugiato libica un cittadina libera di possedere
La mia PACE
le mie preghiere, costumi e cibo
e la mia legittima
Libertà !!!
8 Novembre 2021
*****
Eccomi qui
Eccomi, (adottando) in una terra straniera
piuttosto che in Patria
più recentemente, l'insurrezione
Iberica e Libica
di 500 o 54 anni fa
i miei antenati e
l'altra sono io
Maggio. 18, 1994
*****
Pane e Salsa
Non è per poveri o ricchi
è per Deliciouso
è per una scala impertinente
di superiore e inferiore
il cibo era buono
Intendo davvero buono
Assaggia e non parlare
T-Becha bel Cammun
Selkq, Lubia o Tmatem
tuttevincitrici
Come gli italiani fanno gli spaghetti,
la salsa rimanente si attacca al piatto
Niente di meglio
quel pezzo di pane o forse due
Per cancellare
Dico effettivamente pulire
Il piatto
Non per fame, ma soprattutto per piacere
Per alcune culture un testamento a
Ottimo pasto
Alcuni potrebbero ruttare e sorridere
La mia casa e i miei amici
l'insegnamento noi, mangiare tutto
Perché il cibo è per ringraziare D-o
tua madre, tua moglie, tua nonna
Se hai.
dalla pentola piena
mettiti sul piatto
quello che ti serve
e non sprecare
Perché ci sono persone che
potrebbe non avere o non avere
quindi Rispetta gli altri
e la terra per quello che ci dà
TBecha è STUFFATO stessa base,
gusti diversi
SelQk Spinaci/bietole svizzere
Fagioli di Lubia
Cammun Cumino
Pomodoro Tematem
Bamya Okra
Mlokhya Foglie di iuta
Melanzane Betenjal
Hams Garbanzo/Ceci
Bizilli Piselli dolci (freschi o secchi)
il pollo era gustoso,
il manzo pure
e la SALSA
rimasta sul piatto
doveva essere pulito
con il PANE
27 dicembre 2006
*****
L'aglio è sanità mentale
Aglio./Aglio
In acqua, l'aglio è stato messo a bagno
ammorbidire e poi sbucciarto
schiacciato/schiacciato
un vaso di vetro di quella materia
molto aglio in qualsiasi momento
per fare un piatto italiano
o Sefardita locale
Berbero Libico
tutto uno
linea sottile, confine invisibile
attraversare le miriadi
di così molte culture
del passato e del presente
Romani, Berberi, Spagnoli
Turchi, Italiani e Arabi
Abbiamo vissuto
Nello stesso posto
Oh! sì aglio, quel delizioso bulbo
mia madre lo teneva in lunghi
mazzi intrecciati
acquistati stagionalmente,
da venditori anbulanti
su carri con asini o cavalli
appesi in cucina
per uso annuale
tanto materia
Quando si aggiunge la pasta di pomodori
pepe di Caienna
Caraweya
MtChouma
con olive la Merduma
un pizzico di sale, cumino
e FelFel Tchuma
Nel pesce, piu una spruzzata di limone
“CHRAIMI” lo chiamiamo, quel piatto sbarazzino
Caldo o freddo per venerdì sera
Era uno spettacolo rosso
A feste come Bar Mitzvah Brit Milah
Piatto salato, sempre per aggiungere delizia.
Pasta al Forno o Pizza era nostro cibo
a pranzo o cena, non importa
Ma non dare per scontato che ora sono qui
E le cose sono cambiate, perché
Le mie abitudini
migratorie le porto con me
La mia cucina casalinga è una prelibatezza
Per favore, vieni ad assaggiare
&
evoca con me
La mia nostalgia
Perché AGLIO
è sanità mentale
9 maggio 1998
*****
Jasmine
Profumo di gelsomino emana!
una serata, gita di famiglia
passegiata in carrozza
fine maggio inizio giugno
La mia Africa, la mia Libia
ricchezza della memoria
Frammenti della vita che ho avuto
A Tripoli di non più
Immagini nell'essenza
attaccante così potente
anche uno sguardo
potrebbe portare
un sorriso sognante oggi
ciò che conta
così raccontare
una storia
per l'eternità.
da spezie, di una pianta
Fioritura crescita
Anche altrove
con Jasmine
solo un GELSOMINO
FELL
2 gennaio 2201